In 2084 – L’anno in cui bruciammo chrome, che trae la sua ispirazione tematica dal romanzo di Orwell, s’immagina che l’Occidente post-capitalista sia stato colonizzato dalla cultura cinese. La tecnologia più avanzata pervade ogni cosa: dal metaverso all’utilizzo di droni e telecamere per controllare il livello di sicurezza della nazione.La vita della collettività è regolata dai crediti sociali: per ogni azione dei cittadini il governo assegna un punteggio. Il lavoro è diventato l’unica ragione di vita. In un appartamento di un quartiere povero di una cittadina immaginaria, una famiglia cerca, tra mille difficoltà, un riscatto sociale. Ph: ValerioDema Fotografo Il progetto, nato nell’ambito del Master Teatro Pedagogia e Didattica dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, è stato ideato da Nadia Carlomagno e Marcello Cotugno (firma testo e regia). Sul palco, insieme con gli attori Francesco Maria Cordella e la stessa Carlomagno, ci sono le allieve e gli allievi del Master Paolo Capozzo, Antonella Durante, Graziano Purgante, Giulia Scognamiglio, Anna Simeoli.La progettazione video e grafica è stata curata da Francesco Domenico D’Auria, Gennaro Monforte e dal regista. Le scene sono a cura degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli (realizzate dagli allievi del prof. Luigi Ferrigno: Jia Chenghao, Fabio Cosimo, Alessandro Fraia, Gao Jing, Assunta La Corte, Giorgia Lauro, Cecilia Marcucci, Wu Yongq). I costumi sono stati ideati da Irma Ciaramella. A curare le luci, uno dei light designer più importanti del teatro italiano, Pasquale Mari.
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